lunedì 21 dicembre 2009

Quanto dareste per perdere 30 chili?

Ebbene, quanto sareste disposti a spendere per perdere fino a 30 chili in un paio d'anni senza significative rinunce?

Io e mio marito li abbiamo persi e adesso siamo in gran forma :o)

mercoledì 9 dicembre 2009

Vita con la Patata (quinta puntata)

Evoluzione della crisi (quinta puntata)

A distanza di qualche anno i ricordi poco piacevoli si affievoliscono e vengono offuscati dai ricordi più piacevoli. Così è accaduto anche per quel periodo di crisi: i ricordi mi appaiono come dei flash con una collocazione spaziotemporale confusa ma provo comunque a metterli in ordine. Per qualche settimana la Patata rifiutò del tutto di rivedermi perché l’incontrarci di persona le causava delle crisi di ansia e ci stava male, pur continuando a frequentarmi sporadicamente online perché non riusciva a fare a meno del suo feynman.

In quel periodo ci fu di grande aiuto una mia amica di Torino, conosciuta online, che avevo presentato (sempre online) anche alla Patata e che consolava alternativamente sia l’uno che l’altra. Grazie a lei mitigai la mia impazienza tipicamente maschile e cercai di non pressare troppo da vicino la Patata. Passate alcune settimane decise di rivedermi, anche se solo come amico, perché evidentemente il mio fascino lacustre l’aveva toccata al cuore e nemmeno l’ansia riusciva a separarla da me.


Ci rivedemmo quindi alcune volte e arrivammo così a giugno del 2001. Per il 24 giugno, San Giovanni, dalle mie parti festeggiano il santo con due o tre giorni di festa che culmina al sabato sera con uno spettacolo pirotecnico molto bello. I fuochi artificiali vengono sparati dall’Isola Comacina e dai paesi posti davanti ad essa si assiste a uno spettacolo di bellezza indimenticabile. Ne parlai alla Patata chiedendole se voleva venire a vedere questo spettacolo fermandosi qualche giorno a casa mia. Lei fu molto esitante ma infine accettò di venire accompagnata da una coppia di suoi cari amici; le avrebbero fatto da chaperon per difenderla dalle insidie del pericoloso feynman :-)

Passammo così un bel sabato, culminato con lo spettacolo dei fuochi d’artificio, e un’ottima domenica in gommone sul lago. La coppia di amici della Patata era molto simpatica, due persone squisite, e si divertirono un sacco anche loro. La domenica sera però ritornarono in auto a Modena, nonostante io avessi chiesto alla Patata di fermarsi qualche giorno. La bellezza del mio lago però aveva fatto centro: la Patata si fece coraggio e a luglio venne qualche giorno sul lago, come ha raccontato nel suo diario. Stavamo benissimo insieme ma purtroppo c’era sempre un blocco da parte sua e la situazione non evolveva con la rapidità che io avrei desiderato.

Qualche decina di giorni dopo la Patata mi invitò a sua volta nella casa che lei e i suoi genitori avevano in montagna a Pievepelago, sull’Appennino emiliano e naturalmente io accettai. Passammo anche lì qualche bella giornata facendo delle belle passeggiate in campagna, ma la situazione di crisi perdurava. La mia povera Patata era combattuta tra il desiderio di stare con me e la tensione che lo stare con me le provocava e a volte stava proprio male fisicamente. Insomma… furono delle belle giornate che però erano costellate anche da lacrime e alcune furono anche mie...

Dopo Pievepelago non ci vedemmo per un po’ ma avevamo deciso di passare una settimana di vacanza verso fine agosto a Porto San Giorgio, dove c’era un torneo di scacchi a cui avremmo partecipato entrambi.

Avrebbe fatto il miracolo Porto San Giorgio? Io lo speravo.

Dopo tre o quattro ore di viaggio in treno giungemmo infine a Porto San Giorgio e con un taxi arrivammo al nostro albergo, che era sito su una collinetta. La mia camera era una singola mentre quella della Patata era, per motivi ignoti, una camera doppia. Ci sistemammo quindi in albergo e ce ne andammo a nanna (ognuno nella sua camera). Il mattino ci sarebbero venuti a prendere in macchina una coppia di scacchisti amici della Patata e saremmo andati a confermare le iscrizioni al torneo.

Erano una coppia molto carina. Rossana aveva fatto parte con la Patata della nazionale femminile di scacchi ed era una vera assatanata degli scacchi. Paolo che giocava a livello di prima nazionale (livello discreto) era altrettanto assatanato. Avevano con loro una bella bimba di quasi due anni e per questo motivo solo Paolo avrebbe giocato al torneo. Il torneo consisteva in un’ordalia massacrante: 9 turni giornalieri di partite che potevano durare sino a 6 ore l’una.

Paolo e la Patata erano iscritti al livello superiore, io ero iscritto nel torneo dei non classificati. Sia la Patata che i nostri amici mi dissero che probabilmente avrei avuto vita facile nella mia categoria, visto che giocavo discretamente bene per quel livello. Io feci l’errore di credere alle loro parole e ingenuamente mi buttai nella mischia :-)

mercoledì 2 dicembre 2009

Vita con Feynman (quarta puntata)

Come continuò: FFSS (quarta puntata)

Così come Feynman anch’io viaggiavo in treno anche se avevo ormai la patente da più di vent’anni (sono una Patata patentata :o) Purtroppo però non mi piace viaggiare in macchina soprattutto lontano da casa. Adesso ormai mi sono abituata, perché da quando Feynman ed io ci siamo sposati abbiamo sempre viaggiato in macchina. Da sola del resto non potrei mai andare lontano da Modena, perché ho assolutamente bisogno di un navigatore, satellitare o terrestre che sia. Mi perdo persino a Modena figuriamoci tra Modena e il lago di Como! Rischierei di ritrovarmi a Caltanisetta che come voi saprete senz’altro è leggermente fuorimano.

Ebbene, un bel giorno di luglio sono partita alla volta del lago per festeggiare il compleanno del buon vecchio e caro Feynman. Sono partita alle 4 del pomeriggio e sono arrivata là soltanto alle 8 di sera! Ma non per colpa mia, bensì dei tempi d’attesa delle varie coincidenze.

Feynman era caduto dalle scale pochi giorni prima e aveva un lividone grosso come un melone. Ne era particolarmente orgoglioso e lo mostrava a tutti (eheheh scherzo).

Il giorno dopo il mio arrivo mi portò a fare una bella gita in gommone: una vera meraviglia! Dovete davvero visitare il lago di Como, è stupendo!!! Dal lago si vedono delle ville splendide circondate da parchi vellutati e con alberi centenari. E’ davvero uno spettacolo! Per non parlare poi delle montagne che circondano e proteggono il lago e che d’inverno si ammantano di neve. C’è un monte, San Primo, a forma di pandoro che quando nevica sembra abbia anche lo zucchero a velo! E poi la Grigna che sembra un libro aperto e la Grignetta con la stessa forma, ma più piccola.

Dopo aver girato un po’ per il lago ci siamo fermati per fare un tuffo e rinfrescarci. Entrare in acqua è stato niente: ci ho messo i miei 5 minuti buoni perché sono freddolosa, ma non è stato difficile. Il difficile è venuto quando ho deciso di uscire!!! Risalire su un gommone non è mica facile, perché il bordo si trova una quarantina di centimetri al di sopra del pelo dell’acqua e per issarsi fuori dall’acqua di così tanto ci vuole un fisico ben più atletico del mio!

Avevo provato prima a risalire dalla scaletta, ma la fetentona anziché restare verticale, s’infilava sotto il gommone e io mi ritrovavo inclinata all’indietro e non riuscivo a salire. Feynman essendo infortunato non poteva aiutarmi più di tanto e così ho rischiato di dovermi attaccare ad un maniglione per farmi trascinare a riva.

Fortunatamente nel gommone c’era un grande e largo materassino che poteva fungere da trampolino di lancio. Ma anche salire lì sopra è stata un’impresa, perché io ho le braccine corte e non arrivavo dall’altra parte del materassino.

Ma non tutto era perduto, perché per somma fortuna, nel gommone c’era anche un cuscino gonfiabile che veniva posto sul serbatoio del gommone e su cui si sedeva il timoniere.

A questo punto i fatti sono precipitati: sono abilmente salita sul cuscino, da lì mi sono lanciata sul materassino e una volta inginocchiatamici sopra, con l’aiuto di feynman, mi sono data una forte spinta che ha catapultato me a capofitto dentro al gommone e il materassino a cinquanta metri di distanza! Feynman mi dice che i fisici lo chiamano il principio di azione e reazione :o)

E’ stata una splendida giornata e siamo tornati a casa stanchi ma felici :o)

sabato 28 novembre 2009

La scuola e l'integrazione fra i popoli

La mia inquietudine aumenta ogni giorno di più, perché ogni giorno c'è un politico che tira fuori una nuova idea su come rendere impossibile la vita agli immigrati.

Io non voglio far parte di un sistema razzista e xenofobo, non voglio essere il carnefice del nuovo capro espiatorio!

Questa sera a "Che tempo che fa" erano ospiti tre maestre milanesi di una scuola elementare che hanno raccontato di come trentasei bambini rom che frequentavano la loro scuola, siano stati mandati via dalle forze dell'ordine che hanno sgomberato il loro campo. Da un giorno all'altro questi bambini e le loro famiglie si sono trovati senza più nulla, perché chi ha predisposto il loro allontanamento dalla zona in cui vivevano dentro a delle baracche, non si è preoccupato di fornire loro una sistemazione alternativa. Sono stati semplicemente buttati fuori dalle loro "case" e dispersi ai quattro venti.
Le maestre e alcune famiglie dei compagni di classe dei 36 bimbi rom, si sono offerti di ospitarne alcuni a casa loro, ma la maggior parte si è dovuta arrangiare come ha potuto.

Queste maestre avevano lavorato per un anno e mezzo insieme alla comunità di Sant'Egidio per convincere i genitori a iscrivere i loro figli a scuola ed ora, a due soli mesi dall'inizio dell'anno scolastico, la maggior parte di questi bambini è stata allontanata dalla casa e dalla scuola.
Solo in 13 continuano a frequentarla nonostante la difficoltà di dover raggiungere la scuola da posti anche molto lontani.

Sembriamo un paese in cui imperversa la guerra civile, coi rastrellamenti di civili nei villaggi e la distruzione delle loro case.
In realtà i rom non ci hanno affatto dichiarato guerra, non ci mettono le bombe sugli autobus o nei supermercati, non rivendicano neppure la terra italiana, eppure vengono trattati come criminali.

Ma è mai possibile che gli italiani non riescano a stare neppure un secolo senza prendersela con qualche minoranza?

Quasi quasi restituisco la cittadinanza che mi fu concessa solo alcuni anni dopo la mia nascita e ritorno ad essere apolide! Almeno non mi dovrò più vergognare di essere italiana!

domenica 22 novembre 2009

White Christmas

White Christmas non è il titolo della bellissima canzone di Natale scritta da Irving Berlin nel 1942, ma il nome con cui è ormai tristemente nota l'ultima famigerata trovata della giunta leghista di Coccaglio un paesino del bresciano.

Questi "buoni cristiani" hanno pensato bene di andare a stanare casa per casa tutti gli immigrati senza permesso di soggiorno e di cacciarli via entro il 25 dicembre in modo da poter festeggiare un bel bianco Natale senza tutti quei "negracci" tra i piedi.

Dato che il Natale è una festa tradizionale cristiana hanno pensato bene di festeggiarla e onorarla seguendo i sani principi cristiani della carità verso il prossimo!

Io sono sempre più preoccupata per le leggi razziste che non solo vengono promulgate ma anche applicate con tanta spietatezza. Mi sembra di essere tornata indietro di settant'anni al 1938 quando furono promulgate le leggi razziali contro gli Ebrei. Allora fortunatamente non ero ancora nata, ma ora ci sono e vorrei davvero fare qualcosa per scuotere le coscienze degli italiani che non sembrano aver imparato nulla dal passato.

Mi sembra che il tutto stia accadendo nell'indifferenza generale. Nell'indifferenza dei politici dato che gli immigrati, regolari o no, non hanno diritto di voto. Nell'indifferenza dei sindacati, degli uomini di spettacolo, degli intelletuali che più che qualche sporadico pronunciamento non fanno.

Mi sembra che dovremmo tutti scendere in piazza a protestare con grande indignazione per questo imbarbarimento della nostra società. Evidentemente però molti sono favorevoli a queste leggi e gli altri indifferenti.

Così in Italia ci sono gli schiavisti che fanno lavorare gli stranieri 14 ore al giorno per 20 euro. I politici che li mettono fuori legge per poterli poi mettere fuori dal paese. E il popolo bue che resta indifferente alla tragedia vissuta da quei poveracci.

Ah, dimenticavo: la Chiesa che secondo me dovrebbe sbraitare a più non posso e scomunicare i politici che hanno fatto le leggi sull'immigrazione e quelli che che le applicano con tanto fervore cristiano, si limita a qualche sporadico comunicato e resta pappa e ciccia con la classe politica al governo.

Vi prego, se avete qualche idea per scuotere le coscienze narcotizzate degli italiani suggeritemele!

Mentre scrivo ascolto un bellissimo LP della mitica cantante Gospel Mahalia Jackson. E non posso far altro che suggerire al sindaco di Coccaglio e ai suoi degni compari di recitare tutte le sere prima di addormentarsi questa bellissima preghiera splendidamente interpretata da Mahalia:

"If I have wounded any soul today,
If I have caused one foot to go astray,
If I have lost in my own misery,
Dear Lord forgive.

Forgive my sins I have confessed to Thee,
Forgive my secret sins I do not see,
Oh God watch over me and my misery,
Dear Lord, help me!"

giovedì 19 novembre 2009

Soluzioni dei Giochi d'Archimede

Quest'anno per la prima volta la mia scuola ha partecipato alle Olimpiadi della Matematica e per la precisione ai Giochi d'Archimede.
Non so ancora come siano andati i miei pargoletti, ma in attesa di scoprirlo segnalo a tutti il link al sito ufficiale delle olimpiadi in cui potrete trovare i testi e le soluzioni dei giochi.

http://olimpiadi.dm.unibo.it/

martedì 17 novembre 2009

Vita con la Patata (quarta puntata)

Come continuò: FFSS (quarta puntata)


La primavera 2001, la prima del millennio, mi vide viaggiare spesso nei fine settimana sulla tratta Como-Modena. Per motivi pseudoideologici non avevo mai fatto la patente e quindi il mezzo di trasporto erano i treni delle Ferrovie dello Stato. Partivo da Como il sabato pomeriggio appena finito di insegnare e arrivavo a Modena alle 17.00 o alle 18.00 a seconda dei ritardi e delle coincidenze. Quasi quattro ore di viaggio, ed era solo l’andata. Alla domenica ripartivo col Cisalpino (Eurostar) delle 17.36, arrivavo a Como alle 19.45 circa e a casa col pullman alle 21.00. Insomma, una bella fatica.


In questi weekend la Patata mi mostrava le meraviglie di Modena: il Duomo, il Municipio, l’Accademia, gnocchi e tigelle. Io apprezzavo naturalmente più la parte gastronomica che quella artistico-culturale come d’altra parte la Patata. I nostri fisici d’altronde lo stanno ad indicare chiaramente. Il sabato sera lo passavamo spesso a cena fuori e poi al cinema dove venni a conoscere un’usanza tipica degli indigeni modenesi.


I modenesi sono persone generalmente cortesi ed educate ma al cinema anche la persona più educata segue un rito particolare, che consiste nel seminare il pavimento del cinema di lattine di Coca Cola, bicchieri di carta, pezzi di pop-corn e roba analoga. Quando feci notare la cosa alla Patata lei borbottò che a Modena si fa così, che anche lei aveva sempre fatto così… Insomma, ci ho messo dei mesi per convincerla ad usare gli appositi contenitori. Ancora adesso, quando mi distraggo, cerca di buttare le cose per terra…


Primavera passò quindi tra lunghi viaggi in treno e romantiche passeggiate modenesi e nel frattempo tra me e la Patata il feeling aumentava sempre più. Come tutte le donne sanno, quando il feeling aumenta l’uomo pretende. Mi impegnai dunque in una corte serratissima, usando tutte le armi che avevo a disposizione. La mia naturale bellezza, l’incredibile intelligenza, la straripante simpatia non bastavano… niente riusciva a penetrare nelle difese che ogni donna ha a sua disposizione e che la Patata aveva affinato in lunghi anni di applicazione.


Non fraintendetemi: la Patata è sempre stata una donna solare, un sorriso bellissimo per tutti e un carattere incredibilmente buono, chi la conosce la adora. Ma aveva una terribile paura di impegnarsi sentimentalmente. Nonostante oggi affermi ogni due minuti che io sono adorabile e perfetto, allora mi voleva solo come amico e cercava di tenermi a distanza. Ci fu quindi un periodo di crisi.

venerdì 13 novembre 2009

Gloria riflessa

Leggendo l'e-mail inviata a mio marito da un suo ex-alunno mi sono commossa e mi sono sentita molto orgogliosa di lui. Non sarei stata più orgogliosa neppure se l'avessi ricevuta io.
Lui ha intitolato il post del suo blog: "Perchè amo fare l'insegnante", ma io potrei intitolare lo stesso post "Perchè amo mio marito" :o)

http://feynman-alephzero.blogspot.com/2009/11/perche-amo-fare-linsegnante.html#links

venerdì 6 novembre 2009

Vita con Feynman (terza puntata)

Come continuò: Chess and newsgroups (terza puntata)

Tra una partita a scacchi online e l’altra Feynman m’iniziò alla frequentazione di alcuni luoghi particolarmente malfamati detti Newsgroups.

Io ingenuamente mi aspettavo che persone con un interesse in comune ne discutessero civilmente scambiandosi le proprie esperienze di vita. Niente di più sbagliato!!! Nei newsgroups non fanno altro che scannarsi a vicenda insultandosi peggio che se fossero scaricatori di porto! E in mezzo a quel casino ci stanno mio marito e pochi altri che continuano a mantenere un certo aplomb molto inglese, cercando di mantenere la discussione su toni civili. Io ogni tanto intervengo per difenderlo insultando i suoi detrattori (non ho il suo stesso aplomb io).


Come ha già scritto Feynman i newsgroups che bazzica sono frequentati da scettici e da credulones altrimenti detti PGP che sta per Potenziali Gonzi Paganti. Io credevo di essere una scettica "boriosa saccente e cicappina", ma invece, come spesso mi fa notare mio marito, non sono altro che una PGP. Meno male che c’è lui a salvarmi!!! Quando leggo le sue interminabili discussioni sui ng me lo immagino come un cavaliere nell’atto di difendere un poveraccio o una debole fanciulla dalla prepotenza di qualche bullo. E’ anche per questo che l’amo: per la tenacia e l’ardore con cui difende i deboli.


Insomma, ci scambiammo una foto e appena 3 settimane dopo esserci conosciuti online, cogliemmo l’occasione di un pranzo di newsgroup per conoscerci anche di persona. Anzi non aspettammo neppure quell’occasione, perché sarebbe arrivata troppo tardi (cioè due settimane dopo), ma non potendo più resistere ci incontrammo qui a Modena il 21 gennaio. Lui arrivò il sabato pomeriggio col treno ed io lo andai a prendere alla stazione.


Mi fermai in un punto a caso della banchina del binario e lì aspettai che il treno si fermasse e lui scendesse. Ero molto emozionata anche perché avevo paura di non riconoscerlo…e poi comunque la prima volta che ci si vede di persona c’è sempre un certo imbarazzo. Il treno si fermò e… lui era esattamente di fronte a me! Lo riconobbi ancora prima che scendesse e non potei fare a meno di pensare che doveva essere un segno del destino se il treno si era fermato proprio con la sua carrozza e la porta dietro cui si trovava esattamente di fronte a me!


Non so ancora come ho fatto a riconoscerlo così prontamente dato che era molto diverso dalla foto che mia aveva inviato. Allora aveva un pizzetto mefistofelico che gli feci trasformare in una barba da Babbo Natale appena ebbi sufficiente influenza su di lui :o) Il pizzetto nascondeva la dolcezza e la bontà del suo carattere e non gli rendeva giustizia.


La sera l’ospitai a casa mia in una bella stanzetta nonostante gli avessi promesso la cuccia del cane. Del resto non ho il cane e quindi neppure la cuccia (gli è andata bene! :o)


Il pomeriggio dopo purtroppo se ne tornò nel suo paesello e riprendemmo a chattare come matti tutte le sere. Ancora a desso ci parliamo solo via internet anche quando siamo seduti uno di fianco all’altro. Scherzo :o)

lunedì 2 novembre 2009

Avevo una casetta piccolina in Canadà

Questa era la mia canzone preferita quando avevo 4 anni :o) e c'entra ben poco con ciò di cui voglio parlare in questo post.

Sabato scorso mio marito ed io siamo andati sul lago di Como dove abbiamo una casetta che stiamo ristrutturando. Avevamo scelto il colore per le facciate esterne basandoci su un catalogo cartaceo e cercandone uno abbastanza vivace, ma senza esagerare.

Io adoro i colori forti e il mio colore preferito è quello che chiamo "giallo pugno in un occhio": praticamente il giallo evidenziatore. Naturalmente per la casa non potevo scegliere un colore simile per cui ci eravamo orientati verso una tonalità più tranquilla. Il risultato però, assolutamente a sorpresa, è stato quasi il mio colore preferito come potete vedere dalla foto:



Sono troppo felice di come sta venendo la casetta. Oggi abbiamo visto anche il colore scelto da
non so chi per le persiane e la porta e mi è piaciuto moltissimo :o)
Non vedo l'ora che sia tutta finita per vedere l'effetto complessivo.
Oggi abbiamo anche scelto il colore per l'interno e al posto di un banale bianco pensato in un primo tempo, abbiamo optato per un colore tra l'azzurro e il verde.

Ora mancano solo le vasche, i pesciolini e tanti fiori di lillà :o)

martedì 27 ottobre 2009

Vita con la Patata (terza puntata)

Come continuò: chess and newsgroups (terza puntata)

Tra una partita a scacchi online e l’altra iniziai la Patata alla frequentazione di alcuni dei luoghi più pericolosi del Web; sto parlando di Usenet ovverossia il mondo dei newsgroups. Un newsgroup (o gruppo di discussione) assomiglia un po’ a un forum, è una specie di bacheca elettronica dove si discute degli argomenti più disparati.

La differenza essenziale è che mentre un forum è di solito supportato da un solo server e vi si accede via Web, i newsgroups sono supportati da molti server e vi si può accedere non soltanto via Web ma anche usando il proprio programma di posta elettronica (ad esempio Outlook Express) dopo averlo configurato a dovere. Si può comunque accedere anche via Web ad esempio da Google: http://www.google.it/grphp?hl=it&tab=wg

Le discussioni sui ng non moderati possono essere a volte molto accese; i partecipanti dovrebbero osservare le regole della netiquette, ma non tutti lo fanno. Data la mia formazione scientifica ero solito frequentare ng come it.scienza.fisica e it.scienza, ma frequentavo (e frequento) anche posti più litigiosi. Le discussioni accese di solito avvengono tra persone con impostazione scientifica (in breve: scettici) e persone con strane idee del tipo che la Terra sia piatta, che gli americani non siano andati sulla Luna nel ’69, che gli ET siano già tra di noi etc. etc. (in breve: credulones).

Gli scettici svolgono una lodevole operazione di controllo rispetto alle innumerevoli scempiaggini che i credulones o qualche furbo che cerca tra di loro polli da spennare divulgano nei newsgroups. Lascio immaginare a voi in quale categoria io sia collocato.

Insomma, portai la Patata in questo magico mondo e debbo dire che si divertì molto a leggere le epiche lotte che conducevo sui ng a favore della scienza. Fu in quel periodo (febbraio 2001) che organizzammo a Bologna la prima pizzata del gruppo di scettici conosciuti online. Io venni in treno fino a Modena, ospite della Patata, il pomeriggio di sabato (la mattina lavoravo) e mi fermai a dormire da lei. Non mettetevi strane idee in testa però: nonostante le promesse mirabolanti che mi erano state fatte, dormii solo soletto in una stanzuccia carina :o)

La domenica mattina in treno insieme a Bologna ove ci ritrovammo con gli altri scettici del gruppo e passammo un’allegra giornata ricordando le più ridicole discussioni che c’erano state sui ng e sparlando dei personaggi più folli. Nel pomeriggio dovemmo scappare abbastanza presto, io avevo da fare un lungo viaggio in treno da Bologna a Como, per proseguire poi in pullman (allora non guidavo) fino al mio paesino. Fu il secondo dei miei molti viaggi treno-pullman tra il lago di Como e Modena. Cosa non si fa per le donne…. :o)

venerdì 23 ottobre 2009

Vita con Feynman (seconda puntata)

Come continuò: chess (seconda puntata)

Appena conosciuto mi è subito scapputo….acc!@!# malediz # sgrunt! Se n’e andato in pellegrinaggio (tzè) ad Assisi con una sua “amica” (pfui!)

Uffa appena ne conosco uno interessante subito se ne va via. Beh però è tornato dopo pochi giorni e abbiamo subito ripreso le nostre lunghe chattate notturne
Non dovete pensare che parlassimo solo di matematica, anzi per lo più scherzavamo e dicevamo sciocchezze (più o meno come a scuola :o)
Non c’è voluto molto tempo per capire che eravamo cul e pataia e dato che Dio li fa e poi li accoppia, quando non li accoppa, abbiamo finito per sposarci. Ma ho corso un po’ troppo: sono sempre stata molto sintetica…dev’essere un difetto/pregio dei chimici.

Parlando dei nostri rispettivi hobbies e interessi non ho potuto fare a meno di citare gli scacchi che mi avevano presa come una droga per anni. E così lui mi ha detto che giocava quand’era ragazzo e io gli ho proposto di fare una partita sul mio sito preferito (www.chessclub.com). Naturalmente mi sono ben guardata dal dirgli che avevo fatto fior di tornei (e qualcuno l’avevo pure vinto) un po’ per modestia e un po’ perché preferivo fargli una “bella” sorpresa.

E così gli ho detto che ero una pollastrona, cosa non molto lontana dal vero a dirla tutta. Abbiamo incrociato i pezzi e l’ho massacrato. Non credeva ai suoi occhi! E allora ne abbiamo fatta un’altra e l’ho distrutto di nuovo ..e poi ancora e ancora e ancora…Insomma non c’era proprio storia! Alla fine mi è toccato confessargli il mio passato di scacchista assatanata (ormai non l’ero più da un paio d’anni); e facendo un po’ di ricerca con Google è persino riuscito a scoprire il mio nome. Oramai non potevo più nascondermi!!!

Non che ne avessi l’intenzione in effetti ;o) E insomma l’orgoglioso Fey s’è messo a studiare e a giocare via internet tutte le sere ed ora mi dà spesso la paga nelle partite lampo. Soprattutto se non c’è nulla in palio, perché quando c’è qualcosa esce fuori la mia carica agonistica che ha fatto polpette di ben più forti avversari…e allora non ce n’è per nessuno :o)

Ad agosto 2001 siamo andati insieme a Porto S.Giorgio per partecipare ad un bellissimo torneo che gli è costato una fatica immane poverino: quasi 6 ore di gioco ininterrotto tutti i giorni! Però ha avuto le sue belle soddisfazioni: ha conquistato un premio e soprattutto ha conquistato me :o)

mercoledì 21 ottobre 2009

Vita con la Patata (seconda puntata)

Come continuò (seconda puntata)

I fatti di cui ho parlato nel prologo si sono consumati alla fine del Millennio scorso, la Patata infatti mi contattò via ICQ esattamente il 29/12/2000 (naturalmente siete al corrente del fatto che nel calendario gregoriano l’anno zero non esiste).
Il giorno dopo partii alla volta di Assisi accompagnando una mia amica in crisi per una vacanza rigeneratrice in luoghi particolarmente adatti allo spirito. Il risultato fu che la mia amica si rigenerò e a me venne un po’ di malinconia da fine millennio. Ad ogni modo ebbi alcuni giorni di tregua dalle aggressioni “patatesche” :-)

Tornato al paesino ed entrato finalmente nel nuovo Millennio, questo mi sembrava esattamente identico a quello passato. Ingenuo ragazzo. Nelle sere successive chatandplay mi ribeccò online su ICQ e ci mettemmo a chattare fino a orari sempre più assurdi (complici le vacanze di Natale che ci permettevano di fare quegli orari). Come mi abbia accalappiato con la congettura di Collatz ve lo ha già raccontato lei, io aggiungo solo che da allora questa congettura è diventata un ulteriore strumento di tortura che uso con i miei studenti allo scopo di instillare nei loro cuori un po’ di interesse per i numeri.

Feynman, Collatz, Escher (conoscerete il grande Escher spero per voi)… le conversazioni via ICQ diventarono per noi un appuntamento quotidiano che ci intrigava sempre più. Frammezzati ai discorsi “scientifici” ci stavano naturalmente i discorsi “filosofici” sui grandi temi universali coniugati con le nostre storie personali. In breve tempo scoprimmo di essere anime gemelle (anche se io ho seri dubbi sull’esistenza di quel che comunemente si intende per anima).

Tra una chat e l’altra chatandplay mi iniziò ai segreti degli scacchi online, facendomi scaricare un software che permetteva di giocare online a scacchi su uno dei migliori siti del mondo per tale gioco. Io avevo imparato a giocare decentemente a scacchi verso i 13/14 anni, all’epoca della grande sfida tra il campione del mondo sovietico Boris Spassky e lo sfidante americano Bobby Fischer (era il lontano 1972). I giornali riportavano le mosse delle partite e io le riproducevo sulla mia scacchiera pur senza capirne molto. Fortunatamente mia sorella mi regalò un libricino (scritto da un ex campione del Rischiatutto , tale Cillo) e potei così imparare qualcosina di più.

Non mi sono mai applicato molto nello studio degli scacchi, ma un buon intuito e una certa fantasia mi hanno sempre permesso di cavarmela bene giocando contro dei dilettanti come me. Cominciai quindi fiducioso a fare qualche partita online e surprise… Nonostante mi avesse detto che giocava come un pollo (o forse una gallina), la Patata mi batté quasi sempre. Insomma, era un vero scandalo. Non avevo mai trovato nessuno che mi battesse a scacchi tra i dilettanti come me e ora chatandplay mi surclassava come se nulla fosse…
La sottoposi dunque a un terzo grado finche non riuscii a farle confessare la verità: la ragazza, lungi dall’essere un pollo, aveva vinto più volte il titolo italiano femminile di scacchi. La mia autostima risalì alle stelle, ma il mio orgoglio mi impose di migliorare nel gioco degli scacchi al fine di poter battere qualche volta la mia pollastra. Non sarò un mostro di intelligenza ma sono un tipo ostinato, dovevo farcela…

martedì 20 ottobre 2009

Il coniglio fantasma

Era una notte buia e tempestosa, una ragazza camminava sola per il parco quando all'improvviso un coniglio fantasma sbucò da un cespuglio e le disse:
"Buh...ona sera!"

Ma che cosa sto scrivendo??? Cosa mi ha messo nella coca-cola questa sera mio marito?

Io volevo solo raccontare del coniglietto che mio marito vedeva spesso quando andava a camminare nel parco da solo e quando invece camminavamo insieme il coniglio non si faceva mai vedere. Avevo cominciato a credere che non esistesse se non nella mente malata di mio marito, o che fosse appunto un coniglio fantasma.

Poi invece l'altro giorno l'ho visto anch'io!!! Finalmente! Gli sono subito corsa dietro, o meglio ci ho provato, ma lui mi ha fatto mangiare la polvere :o)

Peccato che sia così fifone e non si lasci avvicinare: sono così carini i coniglietti.

Ieri invece, sempre nello stesso parco, ho visto un sacco a pelo steso aperto per terra con sotto due "corpi".
Mi sono avvicinata preoccupata di cosa potessi trovare lì sotto, e ho chiesto alle due forme indistinte: "Va tutto bene?" Da sotto il sacco a pelo sono sbucate due teste nere e uno dei due uomini mi ha detto che andava tutto bene e mi ha ringraziata. Erano due extra-comunitari che stavano dormendo stesi sull'erba e coperti dal sacco. Ho augurato loro buona giornata e ho continuato il mio giro.

Non ho potuto però fare a meno di notare che molte altre persone avevano visto il sacco e non se ne sono curati. Forse sono io che m'impiccio di cose che non mi riguardano, però se sotto ci fosse stato qualcuno che stava male?
E che vita fanno quei due poveracci per dormire in un prato e non in un letto? Ormai non è mica più tanto caldo.
In realtà credo di non essermi impicciata abbastanza piuttosto che troppo.

lunedì 19 ottobre 2009

3 e lode

No, non ho dimenticato uno zero, volevo proprio scrivere 3 e lode!

Oggi mi è successa una cosa straordinaria: ho lodato sperticatamente (mmmm mi sa che non si dice sperticatamente...cmq avete capito cosa intendo) uno studente che nel compito in classe aveva preso 3.
Non sono impazzita, tranquilli ...ero già pazza da molto tempo ;o) Ora vi spiego cos'è successo.

Il compito era costituito da 4 esercizi di stechiometria in cui bisognava trovare quanti grammi del reagente A reagivano con tot grammi del reagente B. Il problema si può risolvere in due modi e io avevo spiegato loro il più lungo e articolato essendo più legato all'argomento svolto precedentemente.

Ebbene, lo studente modello in questione, non avendo capito la mia spiegazione, ha provato a risolvere il problema usando il suo cervello e ha trovato il secondo metodo di risoluzione. Purtroppo ha fatto un errore che dimostrava che non aveva del tutto chiaro il metodo per cui non ho potuto dargli un bel voto, ma quando gli ho consegnato il compito l'ho lodato pubblicamente per aver usato il cervello in modo creativo, cosa che praticamente nessuno studente fa, neppure i migliori.

Ho inoltre spiegato a tutti il metodo trovato dal loro compagno di classe e credo che molti l'useranno nel compito di recupero.

Insomma, nonostante il votaccio, il ragazzo si è beccato un sacco di lodi e di complimenti e senz'altro è andato a casa orgoglioso del suo 3 e ... lode!

domenica 18 ottobre 2009

Siamo tutti Raimondo Mesiano


Anch'io ho il calzino turchese!

Vita con Feynman (prima puntata)

Prologo: Tutto iniziò con Internet

Modena, 29 dicembre 2000

Il Feynman di cui parlo non è l’originale scienziato pazzo e scatenato, ma uno ancora più pazzo e scatenato che, a causa di tale follia, è diventato mio marito.

Sarà banale dirlo visto che oggi succede la stessa cosa a chiunque, ma tutto iniziò con Internet. Era una notte buia e tempestosa (lo so, non dovrei plagiare Feynman che plagia Snoopy), io navigavo tranquillamente nel mare di internet alla ricerca della mia anima gemella, quando dopo l’ennesimo infruttuoso tentativo di trovare una persona almeno un minimo interessante, incappo nel nick Feynman e drizzo subito le orecchie.

Debbo dire che a me la fisica non è mai piaciuta però Mr. Feynman mi era diventato proprio simpatico dopo aver letto i suoi libri autobiografici. Avevo pure visto il suo posto-macchina riservato nel parcheggio dell’università di Berkley (o Princeton, UCLA, Caltech?) Non ricordo esattamente… insomma una di quelle università lì. Mia sorella e due suoi compagni di università, tutti fisici naturalmente, se ne stavano lì in adorazione di questo fazzoletto di asfalto con scritto il suo nome (i fisici non sono mica a posto ;o) Vabbè insomma tutto questo per dire che per me Feynman non era un nome qualunque.

Decido quindi di contattarlo e gli mando questo messaggio: “Ciao sono Alessandra da Modena ho 39 anni”. Lui molto gentilmente mi risponde: “Cosa vuoi?” Io ben lontana dallo scoraggiarmi per questa risposta così scorbutica, ridacchio tra me e me e mi dico: “Mo’ lo spiazzo”. E così gli rispondo: “Ma ti chiami Feynman come il famoso fisico”? Ed ora è lui a drizzare le orecchie :o)

Colpito e affondato…cioè no, l’ho affondato qualche giorno dopo tirando fuori il Collatz dal cappello. No, Collatz non è una parolaccia in polacco o cecoslovacco come state pensando voi maliziosi! La congettura di Collatz è un simpatico algoritmo applicabile ad ogni numero intero, che dopo una serie di semplici passaggi pare portare sempre al numero 1
( http://utenti.quipo.it/base5/numeri/collaz.htm )

Dato che Feynman non è l’unico schizzato c’è voluto poco per passare dai primi convenevoli a parlare di matematica e io gli ho proposto questo “problemino” chiedendogli di dimostrarlo. Lui poverino per far colpo sulla pollastrella ci si è messo di buzzo buono per un paio d’ore (io gli avevo detto che avevo visto la dimostrazione da qualche parte su internet, ma non ricordavo dove). Poi preso dallo sconforto ha fatto una breve ricerca ed ha scoperto che non solo non è ancora stato dimostrato, ma tuttora vengono fatti fior di congressi sull’argomento nella speranza che prima o poi salti fuori una dimostrazione :o)

E così la Patata ha colpito per la prima volta. Povero feynman gliene combino sempre di tutti i colori, peggio delle sue studentesse! Ma lui anche con me ha una pazienza infinita... per fortuna!

Insomma finalmente avevo trovato qualcuno che non mi considerava strana perché mi “eccito” come un fotone coi giochi matematici, mi piacciono i quadri di Escher (di cui ho fatto 7 o 8 puzzles) e la scienza in generale. In compenso mi considera strana per molte altre cose che però, devo ammettere, neppure gli altri trovano tanto normali :o) Oh insomma, nessuno siam perfetti: ognuno c’abbiamo i suoi difetti …come cantava Mingardi.

E a proposito di canzoni abbiamo cominciato a farci la serenata inviandoci canzoni via ICQ: sembra ben poco romantico, ma invece lo è moltissimo. Io gli “cantavo” delle struggenti canzoni d’amore interpretate da Ella Fitzgerald e lui mi “cantava” le divertentissime canzoni di Davide Van de Sfroos un artista laghèe come lui (un laghèe è un tipico indigeno del lago di Como).

Tra una battuta e l’altra le ore trascorrevano veloci e diventavano sempre più piccole. La mattina mi addormentavo in classe tra i sorrisetti maliziosi dei miei studenti.

Grazie a Dio, dopo un anno e mezzo di matrimonio siamo ancora qui che ridiamo come due ragazzini l’uno sulle “disgrazie” dell’altro (e tutti e due sulle disgrazie comuni) e contiamo di farlo per almeno altri 48 anni e mezzo. Raggiunti i 50 anni di matrimonio mio marito ha detto che mi farà il tagliando e vedrà se rinnovare il contratto ulteriormente o se rottamarmi. Speràmm al bèin!

sabato 17 ottobre 2009

Vita con la Patata (prima puntata)

Modena, 29 dicembre 2000

Prologo: Tutto iniziò con Internet

La Patata di cui parlo non è un tubero bensì una persona fantastica che, fortunatamente per me e per lei, è diventata mia moglie. Sarà banale dirlo visto che oggi succede la stessa cosa a chiunque, ma tutto iniziò con Internet.

Era una notte buia e tempestosa (lo so, non dovrei plagiare Snoopy così), io me ne stavo tranquillo al mio paesino natio (600 anime, comprese le galline) posto su un ramo del lago di Como… no, non QUEL ramo ma l’altro… il migliore.

In quella notte buia e tempestosa gironzolavo stancamente in Internet utilizzando il mio potentissimo Pentium 100 Megahertz, connessione ultraveloce (a 56 K) e sistema operativo Windows 95 first edition. Internet era la mia finestra sul mondo poiché ero (e sono) di una timidezza quasi esagerata, ma avevo scoperto che la comunicazione telematica mi permetteva di superare questo problema. Già da alcuni anni infatti avevo fatto conoscenze e amicizie tramite la rete però ciò che iniziò a succedere quella sera fu un evento molto speciale e cambiò la vita di tante persone… be’ insomma: perlomeno la mia, quella della patata e quella dei miei innumerevoli fratelli, sorelle, nipoti e pronipoti…

Insomma, facciamola breve.
Ero lì che mi facevo i fatti miei ed ecco che su ICQ mi arriva un messaggio; si tratta di un utente sconosciuto col nickname improbabile di “chatandplay” e il messaggio recita più o meno “ciao, sono Alessandra da Modena, 39 anni cosa stai facendo?”

Da qualche giorno delle improbabili bellezze brasiliane mi contattavano su ICQ, per scopi che ben potete immaginare, senza che io capissi come facevano a trovarmi e la cosa cominciava a seccarmi, per cui risposi qualcosa del tipo “fatti miei… che vuoi?”. Una persona normale a quel punto si sarebbe scoraggiata e avrebbe contattato qualcuno di meno scorbutico, ma la patata no… lei non è mica normale e quando punta qualcuno o qualcosa nulla la può scoraggiare.

Per rifarla breve… chatandplay mi spiegò che mi aveva contattato in una sua ricerca un po’ casuale di uomini in età da matrimonio (be’, lei non usò esattamente queste parole) interessati a materie scientifiche e che io corrispondevo a quel profilo. Già, ma perché proprio io tra tanti?

La causa era il mio nickname in ICQ. Ma cosa aveva di speciale? Non vi spaventate, però ora entra in ballo la Scienza e quella davvero hard … ma senza luci rosse. La patata infatti è laureata in Chimica e appassionata di matematica e di scienza, io in Fisica e con le stesse passioni. Il nickname che uso su ICQ e che l’aveva colpita tanto è feynman.

Non sapete cosa c’entri feynman con la matematica, la fisica o la chimica? Vergogna!
Richard P. Feynman, premio Nobel per la Fisica, fisico teorico eccelso e persona di grandissima originalità è stato uno dei più grandi geni del XX secolo e scusate se è poco. Chatandplay aveva letteralmente divorato i libri autobiografici di Feynman e si era praticamente innamorata di lui, come d’altra parte era successo a me e a quasi tutti coloro che leggono tali libri. Siccome però non potevamo entrambi sposare Feynman (anche perché Richard era morto anni prima) dovemmo accontentarci e alla fine ci sposammo noi due.

Da buon ateo-agnostico so che non dovrei credere a certe cose eppure sono certo che Feynman in qualche modo ci ha visti dal Paradiso dei Fisici Quantistici e si è fatto un sacco di risate vedendo come è iniziata la nostra storia… e ride ancor di più vedendo come prosegue.

Scritto da feynman (mio marito, non quello vero!)

sabato 10 ottobre 2009

Nobel per la Pace ad Obama

Che dire, sorprendente! In effetti, chi se lo sarebbe aspettato dopo pochi mesi di presidenza durante i quali non ha avuto ancora modo di realizzare grandi cose?

Debbo però dire che sono assolutamente d'accordo con le motivazioni che hanno portato all'assegnazione del premio ad Obama, sia per la grande ventata di speranza in un mondo migliore e più giusto suscitata dai discorsi di Obama, sia perché spero che il Nobel lo sproni a realizzare ciò che ha promesso non solo al popolo americano, ma ai popoli di tutto il mondo.

Per la prima volta nella mia vita un politico mi ha fatto sognare. Mi è sempre dispiaciuto essermi persa il momento storico di gente come J.F.Kennedy il fratello Bob o Martin Luther King o anche il '68. Ora sento di essere alla soglia di un altro momento storico ancora più importante. Spero tanto che Obama non tradisca le aspettative mie e di tanta altra gente che crede in lui e nei suoi bei discorsi. Ora i fatti devono seguire alle parole.

Sul fronte interno sta combattendo una grossa e sacrosanta battaglia per la sanità. Trovo vergognoso e assurdo che un paese che dovrebbe essere tra i più civili al mondo, non garantisca cure mediche gratuite per tutti. Persino noi, che non siamo certo ricchi come gli Stati Uniti, abbiamo una sanità pubblica che, seppure tra mille critiche e problemi, funziona bene e garantisce le cure anche ai più poveri.

Io credo che il grado di civiltà di un paese si misuri sulla base di come si occupa dei soggetti più deboli. Abbandonare i deboli al loro destino è il massimo dell'inciviltà.

Sul fronte esterno non ha ancora fatto grossi cambiamenti e tanto meno miracoli, ma è ancora presto e si può continuare a sperare fiduciosi :o)

sabato 3 ottobre 2009

Scacchi nostri

"Scacchi nostri" è una splendida raccolta di racconti che spaziano dal fantasy al giallo al romantico al noir...insomma di tutto di più.

L'autrice, Rossana Damasco, è un'insegnante di lettere di scuola superiore che ha come grande passione gli scacchi. Ha partecipato a numerosi tornei nazionali e internazionali rappresentando l'Italia alle Olimpiadi di Novi Sad, di Manila e di Mosca svoltesi negli anni novanta. Conosce quindi molto bene l'ambiente scacchistico e chi lo frequenta può ritrovare nei suoi racconti tutte le manie, i tic e le emozioni di chi gioca a scacchi.

I personaggi che popolano i suoi racconti sono reali e chi bazzica nell'ambiente può senz'altro riconoscervi tanti personaggi conosciuti durante i tornei.

Ciò che rende unica questa raccolta sono lo stile letterario, la poesia e le forti emozioni che lo permeano.

Gli scacchi sono spesso solo una nota marginale al racconto e servono come "pretesto" per descrivere l'umanità che ci circonda ora o a volte un mondo passato che ormai non esiste più.

E' un libro a tutto campo in cui chiunque può trovare ciò che lo appassiona di più.

Ve lo consiglio con tutto il cuore!

mercoledì 30 settembre 2009

Perle ai porci

"Perle ai porci" è il titolo di un bellissimo libro scritto da un insegnante d'inglese (che si firma Gianmarco Perboni) e che fa un ritratto molto ironico e irriverente sia della scuola che di sé stesso.

Il sottotitolo: "Diario di un anno in cattedra. Da carogna" vi può già dare un'idea di come si dipinga il prof. Perboni nel suo libro ;) Naturalmente ciò che scrive non va preso alla lettera, ma pur scherzando e ironizzando, mette in luce molti difetti del sistema scolastico italiano. Nel libro ho ritrovato la caricatura mia, di molti miei colleghi e studenti e pure dei loro genitori.

E' il libro indicato per chi vorrebbe sapere di più sul mondo della scuola, ma non ha nessuna voglia di sobbarcarsi i soliti mattoni ;o)

Vi segnalo anche il suo blog:

http://www.profperboni.blogspot.com/

martedì 22 settembre 2009

Campaz Mudnès

Domenica 20 settembre ho partecipato per la seconda volta in vita mia ad una gara campestre non competitiva. Cioè, chi voleva poteva anche farla competitiva, ma gli spompati come me potevano semplicemente godersi una passeggiata in campagna.

La gara, denominata Campaz Mudnès, si è svolta a San Donnino (MO). Ritrovo alle 8.00 (sigh) e partenza alle 9.00 precise.

Io e mio marito ci siamo presentati puntualissimi immaginando una calca tremenda al banco delle iscrizioni dato che alle scorse edizioni della gara avevano partecipato circa 2000 "atleti". In realtà, nonostante questa volta siano stati anche di più, appena arrivati abbiamo trovato il tavolo libero e ci siamo potuti iscrivere. Ci hanno fatto compilare un foglio in cui oltre alle solite cose come nome e cognome, dovevamo dichiarare di essere in possesso del certificato di buona e robusta costituzione (abbiamo mentito spudoratamente) e dovevamo barrare una casellina che ci identificava come, udite udite: ATLETI!!! Ehehehehe nessuno mi aveva mai chiamata atleta prima di quel giorno. Ho dovuto chiedere se dovevo proprio dichiarare di essere un'atleta :oD

Comunque, espletate le formalità e ricevuto il foglietto da attaccare alla maglietta e da presentare all'arrivo per ritirare una confezione di tigelle, ci siamo aggirati in mezzo agli altri atleti in attesa della partenza.

La cosa buffa è che chi non faceva la gara competitiva, poteva partire quando gli pareva, anche molto prima delle 9.00. Noi però abbiamo aspettato l'ora ufficiale e abbiamo cronometrato i nostri tempi usando il cellulare.

Io ho fatto il percorso più breve, 4,5 km in 45 minuti, mentre Giancarlo, mio marito, ha percorso i suoi 11 km in 89 minuti. Siamo stati entrambi molto soddisfatti delle nostre performances considerando che noi non corriamo ma camminiamo. Io non ho mai camminato così in fretta e lungo il percorso ho avuto la soddisfazione di superare un sacco di signore che chiacchieravano tra loro camminando placidamente :oD

Voi direte: eh, sai che sforzo! Ma io di solito vengo superata da tutti compresi i vecchietti e gli sciancati per cui è stata una bella soddisfazione :oP

Giancarlo avrebbe voluto fare la gara da 17 km, ma purtroppo è stata soppressa perché nei giorni scorsi è piovuto molto e i tratti nei campi erano troppo fangosi e sono stati tolti. Le gare si sono svolte tutte su strada asfaltata e i possibili percorsi erano di 4,5 - 8,8 - 11 - 21 km.

Visto che di solito mio marito cammina almeno un paio d'ore al giorno facendo una quindicina di km, il Campaz Mudnès non è stato sufficiente a raffreddare i suoi bollenti spiriti e così dopo pranzo è andato, come suo solito, al Parco ferrari a camminare. Fatti i primi 4 giri corrispondenti a circa 10 km, mi ha chiamata per fare insieme gli ultimi due.... povera me!

E così oltre ai 4,5 km del Campazz Mudnès mi sono dovuta sorbire altri 5 km nel parco. Li ho fatti anche piuttosto velocemente mettendoci 42 minuti e quindi battendo il mio stesso record fatto la mattina :o) Dopo però ero morta!!! Ah dimenticavo, per arrivare al parco da casa mia c'è circa un km e naturalmente altrettanto per tornare a casa. Poi finiti i due giri veloci abbiamo camminato ancora un po' all'interno del parco così alla fine della giornata i km percorsi sono diventati circa 13! E per forza che sono morta!!! :oD io non sono mica abituata a queste sfacchinate! Mi sa però che quell'assatanato di mio marito mi coinvolgerà ancora in queste camminate che fanno tanto bene alla salute (almeno così dicono), ma che stancano anche tanto!

All'inizio ho detto che questa era la mia seconda gara del genere perché la prima la feci tanti anni fa all'incirca a 20 anni. Me la ricordo ancora benissimo! Si svolgeva a S. Giovanni in Persiceto (BO) e un mio amico podista mi aveva incastrata. Io allora ero ancora più ciccia e meno allenata di oggi e la gara era lunga 12,050 km per tutti.

Dato che non ero certo in grado di correre per tutto il tragitto, usai questo metodo: da un albero al successivo andavo di corsa e dal secondo albero al terzo di passo e poi di nuovo di corsa e poi di passo. In pratica facevo 30 metri di corsa alternati ad altrettanti di passo :oD Non c'è metodo peggiore e più stancante!

Alla fine ero distrutta, come i miei amici che però avevano corso se non per tutto il tempo per la maggior parte e comunque erano stati molto più veloci di me. Per fare la sbruffona e per prenderli un po' in giro cominciai a dire: "Allora stasera cosa facciamo? Andiamo in discoteca a ballare? Non sarete mica stanchi per una corsettina da ridere!"

Alla fine li convinsi ad uscire e quando mi vennero a prendere a casa, io ero a letto con la febbre a 38 :oD Così i salamoni andarono in giro anche se avrebbero preferito mille volte di più starsene a letto, mentre io cercavo di recuperare l'uso delle gambe con una bella dormita :o)

lunedì 18 maggio 2009

Immigrati

Riporto di seguito una bellissima lettera pubblicata su "Repubblica" del 14/5/09 nella rubrica di Augias.

"Caro Augias, legga: "Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Parlano lingue incomprensibili, forse antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina, spesso davanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano sia perché poco attraenti e selvatici sia perché è voce diffusa di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere, ma soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali."
Dalla relazione dell'Ispettorato per l'Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani, Ottobre 1912.

Gli italiani che emigravano in America non erano diversi, o se volete non erano visti diversamente, da come noi vediamo gli extracomunitari che vengono in Italia. Certi comportamenti non sono innati nella natura umana o tipici delle varie culture, ma derivano da una situazione contingente di povertà e sradicamento dal proprio paese.
Chi, potendo permetterselo non cambierebbe vestito tutti i giorni? Credete forse che usare gli stessi vestiti per settimane o vivere stipati in dieci in una stanza sia una scelta di vita? Chi riesce ad integrarsi nella società e a salire qualche gradino nella scala sociale scappa subito dalle baraccopoli!
Chi arriva in Italia dai paesi più poveri del mondo ci arriva solo coi vestiti che indossa e senza un soldo. Sta a noi italiani riuscire a dare loro un'opportunità di lavoro e di riscatto dalla povertà. Loro saranno molto più felici...ed anche noi :o)

domenica 10 maggio 2009

Mi vergogno di essere italiana

A 71 dalle leggi razziali contro gli Ebrei, e dopo infinite ipocrite manifestazioni delle autorità contro il razzismo i nostri ministri si vantano di aver rispedito in libia 500 disperati che cercavano di venire in Italia. Considerando le condizioni inumane in cui vengono tenuti dalle autorità libiche, la situazione non mi sembra molto diversa da quando gli Ebrei venivano consegnati ai nazisti. Gli italiani se ne sono lavati le mani allora e continuano a lavarsele oggi nonostante il ben triste destino di chi viene respinto e consegnato ai libici. Ancor peggio, si vantano dell'operazione con la quale si sono "sbarazzati" di 500 esseri umani che per i nostri cari governanti non sono altro che un rifiuto da smaltire.

Non mi sono mai vergognata tanto di essere italiana come oggi quando ho letto la testimonianza di un ragazzo nigeriano consegnato alle autorità libiche insieme ad altri 200 disperati:

http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/immigrati-6/testimone-nigeriano/testimone-nigeriano.html

Gli Italiani non hanno imparato proprio niente dalle tragedie della seconda guerra mondiale, ma continuano a comportarsi nello stesso modo. E' cambiato solo il bersaglio dell'odio e della discriminazione: CHE VERGOGNA!!!!

Parla un immigrato nigeriano "respinto" con altri duecento sulle coste della Libia
Il presidente del Consiglio dei rifugiati: "Non ci autorizzano ad entrare nei centri"

Dalla prigione l'appello dei dannati
"Ci trattano come bestie, salvateci"

dal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO



LAMPEDUSA - "Due donne sono morte, sono morte poco dopo che siamo sbarcati a Tripoli dalle motovedette italiane. Erano sfinite, come tanti altri... Ci hanno lasciati sulla banchina, sotto il sole per ore e ore. E quelle due donne, trascinate sulla banchina, non ce l'hanno fatta. Altri due uomini sono in fin di vita. Aiutateci, veniteci a salvare, vi chiediamo di avere pietà. Ci sono altre donne e dei bambini, non lasciateci qui".

Il grido di dolore, di disperazione, arriva da una prigione libica, a Al Zawia, a pochi chilometri da Tripoli, dove da giovedì scorso si trovano rinchiusi decine di immigrati "respinti" dalle motovedette della Guardia di Finanza e dalla Guardia Costiera, che inizialmente li avevano soccorsi a bordo di tre barconi nel Canale di Sicilia. L'uomo che parla è un nigeriano, ha 22 anni, è con la moglie di 18 anni, che ha abortito dopo i giorni in mare e ora nella prigione libica. E tra le donne rispedite a Tripoli, due, come conferma Christopher Hein, presidente del Cir (Consiglio Internazionale per i Rifugiati) erano incinte.

"Una di loro - afferma Hein - era in gravi condizioni. Il rappresentante a Tripoli del Cir ha visto che è stata trasferita d'urgenza in un ospedale di Tripoli. Finora nessuno degli esponenti delle organizzazioni umanitarie ha avuto la possibilità di entrare nei centri e vedere cosa accade. Le autorità libiche non ci hanno concesso i permessi, le pratiche burocratiche sono lunghe e difficili. Sono seriamente preoccupato".
Ma come sono morte queste donne? Chiediamo al "prigioniero": "Sono morte alcune ore dopo essere state lasciate sulla banchina insieme agli altri. I militari libici trascinavano le donne che erano prive di sensi per la stanchezza mentre altri, anche loro svenuti, venivano lasciati a terra senza nessuna assistenza. Adesso ci hanno ammassato in queste prigioni, stanno separando i cristiani dai musulmani e abbiamo molta paura. La polizia libica e quella italiana lavoravano insieme, gli italiani ci hanno salvati ma poi ci hanno lasciati a Tripoli".

Il caos che regna dentro la prigione arriva anche alle nostre orecchie, l'uomo parla tentando di non farsi vedere dai militari libici. "Sono cattivi qui, non ci danno da mangiare, ci trattano come animali. Stiamo soffrendo tutti, in questo momento ci sono due uomini privi di conoscenza a causa della grande fatica che abbiamo affrontato e delle botte dei poliziotti. Vi preghiamo: fate qualcosa. Fateci andare via da qui, qualsiasi posto va bene per noi, abbiamo bisogno di voi ora, stiamo soffrendo".

Spesso la conversazione telefonica è disturbata, cade la linea, riproviamo a chiamare e per fortuna il "prigioniero" ci risponde.

Il suo nome è contenuto nella lunga lista dei 238 (e non 223 come detto dalle fonti italiane) extracomunitari rispediti in Libia, quasi tutti nigeriani, etiopi, eritrei e somali. Ci dice che è nigeriano e che, come tutti gli altri, prima di arrivare in Libia ha fatto un lungo viaggio con la moglie. "Siamo stati in Libia tanto tempo, ci maltrattavano, e quando finalmente ci hanno concesso di partire l'abbiamo fatto, ma è stato tutto inutile. Molti di noi sono morti durante la traversata del deserto e quelli che sono sopravvissuti speravano di avere finalmente raggiunto l'Italia".
Il nostro interlocutore ci comunica che uomini e donne sono rinchiusi in prigioni separate. "Anche mia moglie è stata portata via, ho paura che possano farle del male come spesso è accaduto a tante donne che sono state in Libia. Molte di loro vengono violentate e restano anche incinte. Mia moglie l'ho sempre protetta, ma adesso è sola e non so cosa possa accadere. Vi supplichiamo, aiutateci, non ci abbandonate".

La conversazione con il "prigioniero" nigeriano si conclude con una frase paradossale: "Grazie - dice al cronista - e che Dio vi benedica".

(10 maggio 2009)

martedì 3 febbraio 2009

Antonio di Pietro e il Presidente Napolitano

In questi giorni molti mass media hanno strombazzato ai quattro venti che Antonio di Pietro ha datto del mafioso al nostro Presidente della Repubblica durante la manifestazione di Roma del 28 gennaio scorso. La realtà è ben diversa come chiunque può capire ascoltando il discorso di Di Pietro che trovate a questo link:

http://tv.repubblica.it/copertina/l-attacco-di-di-pietro-al-colle/28720?video

Purtroppo molti giornalisti o non capiscono l'italiano o fanno finta di non capirlo o si passano le "notizie" l'un l'altro senza verificarle. Tutti e tre i casi sono indice di ben scarsa professionalità.

D'altro canto basta guardare i vari telegiornali per accorgersi che tutto ciò che fanno i nostri "giornalisti" è porgere un microfono ai politici per permettere loro di esternare la loro "verità" Non c'è mai contradditorio, non ci sono mai domande scomode, non c'è mai un approfondimento degli argomenti trattati e una relativa presa di posizione.

Il concetto di democrazia in Italia è quello di far parlare tutti per lo stesso tempo...basta questo.

Io credo invece che un paese veramente democratico non dovrebbe avere giornalisti che si limitano a porgere un microfono e a contare i secondi, ma dovrebbe avere giornalisti che vanno alla fonte delle notizie e le riportano correttamente.
Giornalisti che quando un politico dice una cosa falsa, lo sottolineano e non gliela fanno passare liscia.
Giornalisti che sanno fare 2 + 2 e non prendono qualunque numero sparato a casaccio da un politico come fosse oro colato.
Giornalisti che fanno domande scomode e che le ripetono all'infinito se il politico cerca di svicolare per non rispondere.

Di giornalisti così purtroppo ce ne sono troppo pochi, la maggior parte si limita, a parer mio, a fare il galoppino dei vari politici.