mercoledì 9 dicembre 2009

Vita con la Patata (quinta puntata)

Evoluzione della crisi (quinta puntata)

A distanza di qualche anno i ricordi poco piacevoli si affievoliscono e vengono offuscati dai ricordi più piacevoli. Così è accaduto anche per quel periodo di crisi: i ricordi mi appaiono come dei flash con una collocazione spaziotemporale confusa ma provo comunque a metterli in ordine. Per qualche settimana la Patata rifiutò del tutto di rivedermi perché l’incontrarci di persona le causava delle crisi di ansia e ci stava male, pur continuando a frequentarmi sporadicamente online perché non riusciva a fare a meno del suo feynman.

In quel periodo ci fu di grande aiuto una mia amica di Torino, conosciuta online, che avevo presentato (sempre online) anche alla Patata e che consolava alternativamente sia l’uno che l’altra. Grazie a lei mitigai la mia impazienza tipicamente maschile e cercai di non pressare troppo da vicino la Patata. Passate alcune settimane decise di rivedermi, anche se solo come amico, perché evidentemente il mio fascino lacustre l’aveva toccata al cuore e nemmeno l’ansia riusciva a separarla da me.


Ci rivedemmo quindi alcune volte e arrivammo così a giugno del 2001. Per il 24 giugno, San Giovanni, dalle mie parti festeggiano il santo con due o tre giorni di festa che culmina al sabato sera con uno spettacolo pirotecnico molto bello. I fuochi artificiali vengono sparati dall’Isola Comacina e dai paesi posti davanti ad essa si assiste a uno spettacolo di bellezza indimenticabile. Ne parlai alla Patata chiedendole se voleva venire a vedere questo spettacolo fermandosi qualche giorno a casa mia. Lei fu molto esitante ma infine accettò di venire accompagnata da una coppia di suoi cari amici; le avrebbero fatto da chaperon per difenderla dalle insidie del pericoloso feynman :-)

Passammo così un bel sabato, culminato con lo spettacolo dei fuochi d’artificio, e un’ottima domenica in gommone sul lago. La coppia di amici della Patata era molto simpatica, due persone squisite, e si divertirono un sacco anche loro. La domenica sera però ritornarono in auto a Modena, nonostante io avessi chiesto alla Patata di fermarsi qualche giorno. La bellezza del mio lago però aveva fatto centro: la Patata si fece coraggio e a luglio venne qualche giorno sul lago, come ha raccontato nel suo diario. Stavamo benissimo insieme ma purtroppo c’era sempre un blocco da parte sua e la situazione non evolveva con la rapidità che io avrei desiderato.

Qualche decina di giorni dopo la Patata mi invitò a sua volta nella casa che lei e i suoi genitori avevano in montagna a Pievepelago, sull’Appennino emiliano e naturalmente io accettai. Passammo anche lì qualche bella giornata facendo delle belle passeggiate in campagna, ma la situazione di crisi perdurava. La mia povera Patata era combattuta tra il desiderio di stare con me e la tensione che lo stare con me le provocava e a volte stava proprio male fisicamente. Insomma… furono delle belle giornate che però erano costellate anche da lacrime e alcune furono anche mie...

Dopo Pievepelago non ci vedemmo per un po’ ma avevamo deciso di passare una settimana di vacanza verso fine agosto a Porto San Giorgio, dove c’era un torneo di scacchi a cui avremmo partecipato entrambi.

Avrebbe fatto il miracolo Porto San Giorgio? Io lo speravo.

Dopo tre o quattro ore di viaggio in treno giungemmo infine a Porto San Giorgio e con un taxi arrivammo al nostro albergo, che era sito su una collinetta. La mia camera era una singola mentre quella della Patata era, per motivi ignoti, una camera doppia. Ci sistemammo quindi in albergo e ce ne andammo a nanna (ognuno nella sua camera). Il mattino ci sarebbero venuti a prendere in macchina una coppia di scacchisti amici della Patata e saremmo andati a confermare le iscrizioni al torneo.

Erano una coppia molto carina. Rossana aveva fatto parte con la Patata della nazionale femminile di scacchi ed era una vera assatanata degli scacchi. Paolo che giocava a livello di prima nazionale (livello discreto) era altrettanto assatanato. Avevano con loro una bella bimba di quasi due anni e per questo motivo solo Paolo avrebbe giocato al torneo. Il torneo consisteva in un’ordalia massacrante: 9 turni giornalieri di partite che potevano durare sino a 6 ore l’una.

Paolo e la Patata erano iscritti al livello superiore, io ero iscritto nel torneo dei non classificati. Sia la Patata che i nostri amici mi dissero che probabilmente avrei avuto vita facile nella mia categoria, visto che giocavo discretamente bene per quel livello. Io feci l’errore di credere alle loro parole e ingenuamente mi buttai nella mischia :-)

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